294 c. p. p. nel rispetto dei termini di legge con conseguente inefficacia dell’ordinanza cautelare, è necessario sottolineare che l’ambito di applicabilità della disposizione in esame presuppone testualmente la mancata instaurazione della fase del giudizio (fino alla dichiarazione di apertura del dibattimento), che per i suoi caratteri essenziali di pienezza del contraddittorio e per l’immanente presenza dell’imputato, assorbe la stessa funzione dell’interrogatorio previsto dall’art. Il giudice del dibattimento ha, quindi, la possibilità di verificare in ogni momento la legittimità del vincolo cautelare così come all’imputato è assicurata la possibilità di rendere dichiarazioni in ogni stato del procedimento a norma dell’art.
Riguardo l’omesso espletamento dell’interrogatorio ex. art. 294 c.p.p. nel rispetto dei termini di legge con conseguente inefficacia dell’ordinanza cautelare, è necessario sottolineare che l’ambito di applicabilità della disposizione in esame presuppone testualmente la mancata instaurazione della fase del giudizio (fino alla dichiarazione di apertura del dibattimento), che per i suoi caratteri essenziali di pienezza del contraddittorio e per l’immanente presenza dell’imputato, assorbe la stessa funzione dell’interrogatorio previsto dall’art. 294 c.p.p. (Corte Costituzionale, sentenza 32/1999).
In secondo luogo occorre evidenziare che con la dichiarazione di apertura del dibattimento si introduce un sensibile mutamento strutturale e finalistico degli atti che assumono i connotati tipici di quelli esperibili nella istruttoria probatoria , nonché un significativo mutamento della sfera delle attribuzioni giurisdizionali, che si realizza attraverso la devoluzione al giudice della cognizione piena del merito, con l’ovvia conseguenza di rendere pienamente e naturalmente compenetrata in essa l’intera gamma delle varie attribuzioni incidentali, fra le quali rientrano in primo luogo quelle cautelari.
Ne consegue che, in virtù di tale fisiologica coesistenza e assorbimento delle funzioni cautelari in quelle di merito, si realizza appieno il costante controllo sulla indispensabilità del permanere della misura cautelare, che l’interrogatorio (atto, per lo più, eccentrico rispetto a quelli tipici della sede dibattimentale) dovrebbe, di per se solo, assicurare.
Il giudice del dibattimento ha, quindi, la possibilità di verificare in ogni momento la legittimità del vincolo cautelare così come all’imputato è assicurata la possibilità di rendere dichiarazioni in ogni stato del procedimento a norma dell’art. 494 c.p.p. o di attivare i rimedi impugnatori de libertate con il correlativo contraddittorio camerale.
Sulla base di queste considerazioni è possibile affermare che, in ipotesi di ripristino della custodia cautelare ai sensi dell’art. 307, comma secondo, lett. b), c.p.p. il giudice non è tenuto ad espletare l’interrogatorio di garanzia previsto dall’art. 294 c.p.p., in quanto l’adozione del provvedimento limitativo della libertà personale si fonda sul complesso delle risultanze probatorie formate ed acquisite nel contraddittorio fra le parti e in ordine alle quali è, quindi, assicurata la pienezza ed effettività del diritto di difesa.
Conseguentemente, il mancato svolgimento dell’interrogatorio ex. art. 294 c.p.p. non determina, ai sensi dell’art. 302 c.p.p., l’inefficacia della misura custodiale ripristinata a norma dell’art. 307, comma secondo, lett. b) c.p.p.
Cassazione Penale, Sentenza n. 9857 del 16 gennaio 2007 – depositata l’8 marzo 2007
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
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