499 c. p. p. nella sua interezza si perviene necessariamente alla conclusione che il divieto di porre domande suggestive, nel significato che il termine assume nel linguaggio giudiziario di domande che tendono a suggerire la risposta al teste, opera per tutti i soggetti che partecipano la processo. 499 c. p. p. , come è stato esplicitamente indicato nella sua intestazione, detta le regole per l’esame del testimone, indica cioè i criteri cui il giudice deve attenersi nell’ammettere o vietare le domande delle parti.
Se si procede all’esame dell’art. 499 c.p.p. nella sua interezza si perviene necessariamente alla conclusione che il divieto di porre domande suggestive, nel significato che il termine assume nel linguaggio giudiziario di domande che tendono a suggerire la risposta al teste, opera per tutti i soggetti che partecipano la processo.
L’art. 499 c.p.p., come è stato esplicitamente indicato nella sua intestazione, detta le regole per l’esame del testimone, indica cioè i criteri cui il giudice deve attenersi nell’ammettere o vietare le domande delle parti.
Il giudice, pertanto, deve vietare in modo assoluto le domande che possono nuocere alla sincerità delle risposte, vietare alla parte che addotto il teste o che ha un interesse comune con lo stesso di formulare le domande in modo da suggerirgli le risposte, assicurare durante l’esame del teste la pertinenza delle domande, la genuinità delle risposte, la lealtà dell’esame e la correttezza delle contestazioni.
Cassazione Penale, Sezione Terza, Sentenza n. 7373 udienza del 18 gennaio 2012 – depositata il 24 febbraio 2012
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
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