fbpx
Generic filters
Parola esatta ...
Cerca nei titolo
Search in excerpt
Filtra per categoria
Codice Civile
Codice Penale

Rifiuto di servire cittadini extracomunitari, odio razziale

Il rifiuto di servire, all’interno di un bar, cittadini extracomunitari, in quanto extracomunitari, sostanzia una condotta che esprime un atteggiamento di odio razziale, espressione di adesione alle aberranti dottrine o tendenze che professano l’inferiorità di alcune etnie e, quindi, la superiorità delle altre. La norma penale in questione sanziona un rifiuto qualificato dell’aspetto discriminatorio che lo caratterizza, e, pertanto, non va confusa con la violazione amministrativa di cui all’art.

Pubblicato il 16 January 2007 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Il rifiuto di servire, all’interno di un bar, cittadini extracomunitari, in quanto extracomunitari, sostanzia una condotta che esprime un atteggiamento di odio razziale, espressione di adesione alle aberranti dottrine o tendenze che professano l’inferiorità di alcune etnie e, quindi, la superiorità delle altre.

Tale condotta va ad integrare la fattispecie di cui all’art. 3, comma 1, lett. a, legge 205/93, compimento di atti di discriminazione per motivi razziali ed etnici.

La norma penale in questione sanziona un rifiuto qualificato dell’aspetto discriminatorio che lo caratterizza, e, pertanto, non va confusa con la violazione amministrativa di cui all’art. 187 T.U.L.P.S., in quanto l’illecito amministrativo sanziona il mero rifiuto di prestazioni richieste nel proprio esercizio.

Cassazione Penale, Terza Sezione, Sentenza n. 37733 dell’11 ottobre 2006 – depositata il 16 novembre 2006

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato
Desideri approfondire l’argomento ed avere una consulenza legale?

Articoli correlati