Le somme di denaro oggetto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca non possono essere sostituite con beni immobili. Si tratterebbe di un vincolo preordinato ad una confisca per equivalente del profitto che la legge non prevede in capo al soggetto che si è avvantaggiato del reato, essendo la stessa prevista e solo in caso di impossibilità della confisca del profitto del reato – nei riguardi dell’autore dello stesso.
Le somme di denaro oggetto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca non possono essere sostituite con beni immobili.
Le somme di denaro oggetto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, che costituiscono il profitto del reato oppure un valore ad esso equivalente, non possono essere sostituite con beni mobili od immobili di identico valore, perché tale operazione comporta la permuta di un bene di immediata escussione con un diritto di proprietà non immediatamente convertibile in un valore corrispondente al profitto del reato (Sez. 3, n. 37660 del 17/05/2019; cfr. anche Sez. 3, n. 12245 del 17/01/2014 e Sez. 3, n. 33587 del 19/06/2012).
La Corte afferma, altresì, che non è ammissibile – neppure qualora vi sia il consenso del soggetto interessato – sottoporre a vincolo un bene immobile di proprietà del soggetto che si è avvantaggiato del reato ma che non costituisce profitto, nemmeno indiretto, dell’illecito.
Si tratterebbe di un vincolo preordinato ad una confisca per equivalente del profitto che la legge non prevede in capo al soggetto che si è avvantaggiato del reato, essendo la stessa prevista e solo in caso di impossibilità della confisca del profitto del reato – nei riguardi dell’autore dello stesso.
Le disposizioni sulla confisca, difatti, rivestono carattere di stretta interpretazione e, avendo spiccata natura pubblicistica, il loro contenuto ed i loro effetti non possono formare oggetto di pattuizioni che si muovono nell’ambito dell’autonomia negoziale (cfr. Sez. 1, n. 46559 del 15/09/2016, che ha affermato il principio secondo cui, in tema di confisca, il giudice dell’esecuzione non può disporre, su istanza del terzo rimasto estraneo al processo, la sostituzione del bene confiscato al condannato con una somma di denaro corrispondente al valore del bene stesso; la motivazione della sentenza precisa inoltre che, in tal modo, nella specie si sarebbe dato luogo ad una non consentita confisca per equivalente in sostituzione di quella diretta, del prodotto o profitto del reato).
Corte di Cassazione, Sezione Terza, Sentenza n. 15308 del 19 maggio 2020
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
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