Si definisce amalgama una lega di mercurio con altri metalli. Nel medioevo il mercurio era popolare tra gli alchimisti per la sua capacità di dissolvere gli altri metalli e formare con essi una miscela metallica che indurisce rapidamente, denominata appunto dai latini amàlgama (=con mercurio), oppure dai greci málagma (= impasto tenero). Troppo poco mercurio (70%) produce amalgami deboli, granulosi, non resistenti. Per questo il materiale usato in odontoiatria, l’amalgama dentale, ha un contenuto di mercurio che va dal 50% (amalgama convenzionale) al 65% (amalgama ad elevato contenuto di rame). I vari tipi di amalgama prendono il nome dal metallo che è presente in quantità maggiore dopo il mercurio: per esempio l’amalgama d’argento, o amalgama convenzionale (28% di argento), oppure l’amalgama di rame, o amalgama non gamma-2 (18-30% di rame). Gli amalgami sono ancora utilizzati nell’industria estrattiva dell’oro e nella produzione di idrossido di sodio per via elettrolitica. Un altro utilizzo (anch’esso in declino) è appunto quello in campo dentistico.