Il Senato gli conferì il titolo di Augustus il 16 gennaio 27 a.C., e il suo nome ufficiale fu da quel momento Imperator Caesar Divi filius Augustus (nelle epigrafi IMPERATOR•CÆSAR•DIVI•FILIVS•AVGVSTVS). Nel 23 a.C. gli fu riconosciuta la tribunicia potestas (che mantenne poi a vita) e l’Imperium proconsulare a vita; mentre nel 12 a.C. divenne Pontefice massimo con la morte di Marco Emilio Lepido. Restò al potere sino alla morte e il suo principato fu il più lungo della Roma imperiale (44 anni dal 30 a.C., 41 anni dal 27 a.C., 37 anni dal 23 a.C.) L’età di Augusto rappresentò un momento di svolta nella storia di Roma e il definitivo passaggio dal periodo repubblicano al principato. La rivoluzione dal vecchio al nuovo sistema politico contrassegnò anche la sfera economica, militare, amministrativa, giuridica e culturale. Augusto, negli oltre quarant’anni di principato, introdusse riforme d’importanza cruciale per i successivi tre secoli: riformò il cursus honorum di tutte le principali magistrature romane, ricostruendo la nuova classe politica e aristocratica, e formando una nuova classe dinastica; riordinò il nuovo sistema amministrativo provinciale anche grazie alla creazione di ventotto colonie e numerosi municipi che favorirono la romanizzazione dell’intero bacino del Mediterraneo; riorganizzò le forze armate di terra (con l’introduzione di milizie specializzate per la difesa e la sicurezza dell’Urbe, come le coorti urbane, i vigiles e la guardia pretoriana) e di mare (con la formazione di nuove flotte in Italia e nelle provincie); riformò il sistema di difesa dei confini imperiali, acquartierando in modo permanente legioni e auxilia in fortezze e forti lungo l’intero limes; fece di Roma una città monumentale con la costruzione di numerosi nuovi edifici, avvalendosi di un collaboratore come Marco Vipsanio Agrippa; favorì la rinascita economica e il commercio, grazie alla pacificazione dell’intera area mediterranea, alla costruzione di porti, strade, ponti e ad un piano di conquiste territoriali senza precedenti, che portarono all’aerarium immense e insperate risorse (basti pensare al tesoro tolemaico o al grano egiziano, alle miniere d’oro dei Cantabri o quelle d’argento dell’Illirico); promosse una politica sociale più equa verso le classi meno abbienti, con continuative elargizioni di grano e la costruzione di nuove opere di pubblica utilità (come terme, acquedotti e fori); diede nuovo impulso alla cultura, grazie anche all’aiuto di Mecenate; introdusse una serie di leggi a protezione della famiglia e del mos maiorum chiamate leges Iuliae; riordinò il sistema monetario (23-15 a.C.), che rimase praticamente immutato per due secoli; Ristabilì nel calendario l’ordine introdotto da Giulio Cesare, che era stato con le guerre civili sconvolto, dando poi il proprio soprannome al mese Sestile invece che a quello di Settembre, in cui era nato, perché durante il Sestile era divenuto per la prima volta console e aveva ottenuto grandi vittorie.