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cinese

Con il termine lingua cinese si intende, dal punto di vista strettamente linguistico, un sottoinsieme della famiglia delle lingue sino-tibetane che raccoglie un ampio numero di varianti linguistiche regionali e di relativi dialetti diffusi nell’area geografica corrispondente alla odierna Cina: si tratta di una collezione di varietà linguistiche di ampiezza e diversità paragonabili a quelle delle lingue romanze in Europa. Più comunemente, con l’espressione “lingua cinese”, in cinese zhongwen () o hanyu (), ci si riferisce al cosiddetto cinese mandarino o putonghua (), che è la lingua ufficiale della Repubblica popolare cinese. Si tratta di una lingua tonale, isolante, con un grande numero di parole omofone e di parole composte. Gli utilizzatori delle diverse varietà linguistiche del cinese sono tutti accomunati dal fatto di servirsi di un’unica lingua scritta comune, basata sui medesimi caratteri. Circa un quinto della popolazione mondiale parla una forma di cinese come lingua madre. Le varianti linguistiche principali del cinese sono sette (ma alcune classificazioni ne distinguono fino a 15) , che a tratti appaiono anche molto diverse tra loro. La lingua cinese parlata sotto forma di mandarino standard, è la lingua ufficiale della Repubblica popolare cinese e della Repubblica di Cina sotto Taiwan, nonché una delle quattro lingue ufficiali di Singapore ed una delle sei lingue ufficiali delle Nazioni Unite. È la lingua madre con il maggior numero di parlanti al mondo: più di un miliardo. Parlato sotto forma di cantonese standard, il cinese è una delle lingue ufficiali di Hong Kong (insieme all’inglese) e di Macao (insieme al portoghese). I termini ed i concetti usati da un cinese per pensare alla lingua sono differenti da quelli usati in Occidente, in parte a causa degli effetti di unificazione dei caratteri cinesi usati nella scrittura ed in parte a causa delle differenze nell’evoluzione politica e sociale della Cina in confronto all’Europa. Dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente, l’Europa fu spezzettata in piccole nazioni le cui identità sono state definite spesso dalla lingua; la Cina cercò invece di conservare l’unità culturale e politica e possedeva una lingua scritta comune durante la sua intera storia, malgrado le diversità reali nella lingua parlata, paragonabili a quelle delle lingue europee. Di conseguenza, i cinesi fanno una distinzione netta fra scritto (文 wén) e parlato (语/語 yǔ). Il concetto di combinazione distinta ed unificata delle forme scritte e parlate della lingua è molto meno forte in Cina che in Occidente. Un linguaggio scritto uniforme continua ad essere usato (con poche eccezioni) al posto di versioni scritte dei linguaggi parlati.

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