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cristianità

La parola cristianità indica il modo in cui, in un determinato periodo storico, si presenta concretamente la religione cristiana, non tanto per i contenuti della fede dei singoli credenti, quanto come fenomeno sociale e insieme di strutture e istituzioni. Per cristianità, dunque, si può intendere l’insieme delle diverse Chiese che si definiscono cristiane, con i loro fedeli e le loro caratteristiche. Il concetto di cristianità coincide perciò soltanto in parte con quello di cristianesimo, perché il primo si riferisce ad un fenomeno sociale, mentre il secondo ad una religione. In ambito storiografico, in particolare, si parla di cristianità, o stato di cristianità, in riferimento ad ogni realizzazione concreta e politica della religione cristiana in un contesto sociale organizzato. Nell’Europa occidentale l’unica forma del tutto compiuta di cristianità è stata la teocrazia che è andata consolidandosi progressivamente a partire dalla cristianizzazione dell’Impero romano e dei popoli “barbari”, fino al suo sfaldamento con la Riforma protestante: in questo periodo storico, che a grandi linee coincide con il cosiddetto Medioevo, si registra una più o meno completa sovrapposizione tra Chiesa e “Stato”, religione e politica, autorità religiosa e potere civile. In qualche modo analoga a questa cristianità medievale è stata la condizione di alcuni regni esterni ai confini dell’Impero romano e bizantino, quali l’Armenia o l’Etiopia, che molto presto fecero del cristianesimo la propria religione di Stato e il principale fattore unificante della società: “cristiano” e “suddito” divennero così due concetti sovrapponibili, e due condizioni irrinunciabili per essere considerato membro della comunità sociale e detentore dei diritti e doveri del suddito.

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