Una scala diatonica è una scala musicale formata da sette delle dodici note che compongono la scala cromatica, susseguentisi secondo una precisa successione di sette intervalli, cinque toni due semitoni. Tale successione caratteristica non è univoca, ma può essere specificata in sette diverse combinazioni definite modi aventi la caratteristica che ognuna di queste può essere costruita a partire dalle altre, usando come prima nota (solitamente chiamata Tonica) una delle note intermedie delle altre. La successione caratteristica viene generalmente rappresentata nella sua applicazione al cosiddetto modo maggiore, costituito dalla seguente successione di intervalli: T – T – s – T – T – T – s dove T=tono e s=semitono. Tuttavia la successione caratteristica può essere rappresentata senza ambiguità da uno qualsiasi dei sette modi possibili, ad esempio considerando il modo minore si ha: T – s – T – T – s – T – T ove si può notare che questa successione può essere ottenuta da quella del modo maggiore partendo dalla sua sesta nota (sesto grado) (naturalmente ricominciando non appena la successione originale termina). Sinteticamente si può dire che una scala di sette intervalli di cui cinque toni e due semitoni può essere definita diatonica solamente se i due semitoni si trovano ad inquadrare due toni, oppure (condizione assolutamente equivalente) se i due semitoni si trovano ad inquadrare tre toni. Le due scale musicali indicate, scala maggiore e minore, sono le più note alla musica occidentale, tanto che su di esse sono formate le denominazioni delle note: la successione Do-Re-Mi-Fa-Sol-La-Si-Do (usata dalle lingue romanze) è infatti una scala maggiore (quella “di Do”), mentre la successione A-B-C-D-E-F-G-A (utilizzata in ambito germanico; il tedesco, che usa B solo per il si bemolle, aggiunge H per il si naturale) è una scala minore (quella “di La”), le altre note della scala cromatica non hanno nomi propri ma utilizzano il nome delle altre note vicine accompagnato dagli aggettivi diesis (per note più alte di un semitono rispetto a quella di cui si prende il nome) oppure bemolle (per note più basse di un semitono). Rispettano inoltre le successioni diatoniche i tasti bianchi della tradizionale tastiera di pianoforti ed organi, nonché la successione di righe e spazi che costituisce il pentagramma. La scala diatonica prende il nome da uno dei tre generi della musica greca antica (diatonico, enarmonico e cromatico) ed è la base per creare le formule di numerose scale musicali. La sua struttura fu studiata per la prima volta nella Grecia Antica a seguito degli studi della scuola di Pitagora. Questa scala all’interno della musica occidentale prende spesso il nome di scala temperata purché il sistema tonale sia precisamente intonato come sistema temperato equabile, se invece si utilizza un’intonazione basata sull’intonazione naturale la scala diatonica prende talvolta il nome di scala naturale (o zarliniana). Le note, o meglio le posizioni lungo la scala diatonica, vengono chiamate gradi della scala: dal primo al settimo. La scala diatonica è una pietra miliare su cui la storia della musica occidentale si è a lungo sviluppata. La diatonica maggiore (ovvero di modo maggiore) è detta anche di modo ionico. La diatonica minore (spesso indicata come Scala minore naturale per distinguerla da altre scale alterate ottenute a partire da essa) è costruibile a partire dal sesto grado della maggiore ed è detta di modo eolio. Sempre in riferimento alla scala maggiore, si possono costruire i modi: Dorico a partire dal secondo grado; Frigio a partire dal terzo grado; Lidio a partire dal quarto grado; Misolidio a partire dal quinto grado; Locrio a partire dal settimo grado. Solo i modi maggiore e minore vengono generalmente utilizzati per le tonalità dei brani musicali occidentali, in questo ambito gli altri modi sono utilizzati solo raramente (come il modo Lidio), e altri praticamente mai (come il modo Locrio). Scale di qualsiasi modo sono tuttavia identificabili all’interno della struttura melodica dei brani, ed in particolare un uso peculiare e caratteristico dei modi più disparati è presente nel Jazz, soprattutto nella sua corrente definita per l’appunto jazz modale. Per calcolare i diesis ed i bemolle da inserire in chiave in una qualunque scala diatonica maggiore ci si può avvalere dell’aiuto schematico del Circolo delle quinte.