In chimica, con il termine elettrolita si indicano genericamente le sostanze che in soluzione o allo stato fuso subiscono la suddivisione in ioni delle loro molecole. Le sostanze che non si dissociano vengono dette non elettroliti. Il termine “elettrolita” si riferisce alla capacità di condurre la corrente elettrica grazie all’intervento di ioni, caratteristica peculiare di queste specie chimiche. Un elettrolita costituisce quindi quello che viene definito conduttore ionico o, alternativamente, conduttore di seconda specie. Gli elettroliti, quindi, sono capaci di condurre corrente elettrica, una volta sciolti in soluzione, proprio per la presenza di ioni positivi e negativi nella soluzione generata, derivati dalla dissociazione e ionizzazione dell’elettrolita. La conduzione non è legata, in questo caso, al libero scorrimento di elettroni entro una struttura cristallina bensì sono gli ioni a farsi carico di “trasportare” la corrente elettrica. Si definisce anfolita (o anfolito) un elettrolita con comportamento anfotero. Proprietà salienti degli elettroliti sono la conduttività ionica, le proprietà colligative e il pH delle soluzioni a cui danno luogo. Una cella elettrochimica può contenere due diversi elettroliti collegati elettricamente da un ponte salino o da un setto poroso; in tal caso l’elettrolita a contatto con il catodo viene detto catolita, mentre l’elettrolita a contatto con l’anodo è detto anolita.