L’interpretazione del contratto è quel procedimento ermeneutico a cui è chiamato il giurista ed in particolare il giudice, al fine di attribuire il corretto significato alla pattuizione intercorsa fra le parti e alla determinazione dell’intento pratico perseguito dalle stesse. L’interpretazione del contratto è condotta seguendo le norme contenute negli artt. 1362-1371 c.c. Le operazioni di ermeneusi del contratto concernono indagini e valutazioni di fatto, rimesse all’apprezzamento del giudice di merito ed insindacabili in sede di legittimità – salvo che non siano state violate le norme citate, volte a disciplinare proprio tale indagine, ovvero salvo che il giudice abbia insufficientemente ed illogicamente dato conto del proprio convincimento nella motivazionedel suo provvedimento decisorio. L’interpretazione del contratto deve distinguersi dalla qualificazione del contratto, ossia da quell’attività interpretativa preliminare volta a classificare il contratto stesso in uno o più dei vari tipi negoziali previsti dal legislatore o tipizzati dall’uso. La giurisprudenza della Corte di Cassazione conferma tradizionalmente questa bipartizione tra interpretazione e qualificazione.