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Mary Shelley

È l’autrice del romanzo gotico Frankenstein (Frankenstein: or, The Modern Prometheus), pubblicato nel 1818. Curò le edizioni delle poesie del marito Percy Bysshe Shelley, poeta romantico e filosofo. Era figlia della filosofa Mary Wollstonecraft, antesignana del femminismo, e del filosofo e politico William Godwin. La madre morì dodici giorni dopo averla messa al mondo. Mary, insieme alla sorellastra più grande Fanny Imlay Godwin, nata da una precedente relazione della madre con Gilbert Imlay, crebbe col padre William Godwin, il quale decise di adottare Fanny e di crescerla come fosse sua figlia. Quando Mary aveva tre anni suo padre sposò Mary Jane Clairmont, sua vicina di casa. Godwin fornì a Mary un’educazione ricca e informale, incoraggiandola ad aderire alle sue idee politiche. Nel 1814 Mary si innamorò di uno dei discepoli di Godwin, Percy Bysshe Shelley, all’epoca già sposato con Harriet Westbrook. Assieme alla sorellastra Claire Clairmont, seconda figlia di Mary Jane Clairmont, Mary fuggì in Francia con Percy con il quale, dopo aver attraversato insieme l’Europa, dovette rientrare in Inghilterra per mancanza di soldi. Mary aspettava un figlio di Percy e la bambina che ne nacque morì pochi giorni dopo il parto prematuro, senza aver ricevuto nemmeno un nome. Mary e Percy si sposarono nel 1816, dopo il suicidio della moglie di lui. Nel 1817 la coppia trascorse un’estate con Lord Byron, John William Polidori e Claire Clairmont nei pressi di Ginevra, in Svizzera, dove Mary ebbe l’ispirazione per la stesura del suo romanzo Frankenstein. Nel 1818 gli Shelley lasciarono l’Inghilterra per l’Italia, dove morirono Clara Everina e William, rispettivamente seconda e il terzo figlio di Mary e Percy, e dove nacque Percy Florence, l’unico a sopravvivere ai genitori. Nel 1822 suo marito annegò durante una traversata della baia di La Spezia. Un anno dopo Mary ritornò in Inghilterra dove si dedicò totalmente alla carriera di scrittrice, in modo da poter mantenere il figlio. Trascorse l’ultima decade della sua vita nella malattia, probabilmente un tumore al cervello, che la uccise all’età di 53 anni, nel 1851. Fino al 1970 Mary Shelley è stata principalmente conosciuta per l’apporto che ha dato alla comprensione e alla pubblicazione delle opere del marito e per il suo romanzo Frankenstein, che ebbe grande successo e ispirò numerosi adattamenti teatrali e cinematografici. Ma studi recenti hanno permesso una più profonda conoscenza del profilo letterario di Mary Shelley; in particolare, questi studi si sono concentrati su opere meno conosciute dell’autrice, tra cui romanzi storici come Valperga (1823) e The Fortunes of Perkin Warbeck (1830), romanzi apocalittici come L’ultimo uomo (1826), e gli ultimi due romanzi, Lodore (1835) e Falkner (1837). Altri suoi scritti meno conosciuti, come il libro di viaggi A zonzo per la Germania e per l’Italia (1844) e gli articoli biografici scritti per la Cabinet Cyclopedia di Dionysius Lardner (1829-46), contribuirono a supportare l’opinione che Mary Shelley rimase una politica radicale per tutta la sua vita. Le opere di Mary Shelley sostengono spesso gli ideali di cooperazione e di comprensione, praticati soprattutto dalle donne, come strade per riformare la società civile. Questa idea era una diretta sfida all’etica individualista-romantica promossa da Percy Shelley e alle teorie politiche illuministe portate avanti da William Godwin.

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