Il microscopio (dal greco: mikrón “piccolo” e skopéin “guardare”) è uno strumento che consente di risolvere e ingrandire oggetti di piccole dimensioni per permetterne l’osservazione diretta, o indiretta tramite fotografia e sistemi elettronici. Può essere ottico, e quindi basato sull’osservazione nell’ambito dello spettro elettromagnetico della luce in senso lato, elettronico, basato sull’osservazione tramite fasci di elettroni, a scansione di sonda, basato sull’esplorazione della superficie del campione con una sonda materiale, o di altro tipo. I primi strumenti efficaci, nell’ambito dei microscopi di tipo ottico, vennero prodotti in Olanda alla fine del XVI secolo, ma l’invenzione vera e propria è tuttora controversa. Galileo ne inviò uno di sua costruzione al principe Federico Cesi, fondatore dell’Accademia dei Lincei, per mostrargliene il funzionamento. Galileo definiva lo strumento un “occhialino per vedere le cose minime”. Tra i primi scienziati ad utilizzare, diffondere e migliorare l’uso di questo potente strumento, a partire dal XVII secolo, si ricordano Antoni van Leeuwenhoek, e Robert Hooke.