More uxorio () è una locuzione latina, il cui significato è: “secondo il costume (mōre) matrimoniale (uxōrio)”. L’etimologia di questa espressione viene dal latino: Mos – Moris: costume, uso, consuetudine, stile di vita, abito, usanza (radice del termine italiano morale); Uxor – Uxoris: coniuge, consorte, moglie. In italiano diventa una locuzione avverbiale, che può significare: come coniuge e coniuge (siano essi marito e moglie, marito e marito, o moglie e moglie); di due persone che, pur non essendo sposate, convivono. Ad esempio: “vivere (o convivere) more uxorio” cioè “vivere (o convivere) come sposi”. Come brocardo è entrata nel linguaggio del diritto per identificare una famiglia di fatto. “Con l’espressione famiglia di fatto si intende: l’unione tra due persone che, pur non avendo contratto matrimonio tra loro, convivono more uxorio, cioè come in matrimonio, ripetendo lo stile di vita proprio delle coppie sposate.” A questo proposito, nel 2012 la Corte d’Appello di Milano ha sancito che nella nozione legale di ‘conviventi more uxorio‘ rientrano anche le coppie omosessuali, per le quali vale “il diritto a un trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata”. Recentemente la Corte di Cassazione ha riconosciuto al convivente more uxorio una tutela possessoria sull’abitazione dove si svolge la vita familiare comune. Il convivente, infatti, non può essere estromesso dalla casa familiare del partner (anche se proprietario dell’immobile) senza un congruo termine di preavviso (Cassazione civile n. 7214 del 21.03.2013).