Nella strategia militare, la distruzione mutua assicurata (traduzione letterale dall’inglese Mutual assured destruction o MAD) è una teoria che in concreto si sviluppa intorno all’ipotesi di una situazione di attacco o comunque aggressione militare con uso di armi nucleari; in questo caso, è la tesi proposta, ogni utilizzo di simili ordigni da parte di uno dei due opposti schieramenti finirebbe nella distruzione sia dell’attaccante che dell’attaccato. Questo avrebbe la conseguenza di creare una situazione di stallo in cui nessuno può permettersi di far scoppiare una guerra globale, poiché non ci sarebbero né vincitori né armistizi, ma solo l’inevitabile distruzione. Questa teoria incontrò il consenso di alcune potenze, che ne fecero il concetto cardine sul quale basarono la loro politica strategica. Nel pragmatico mondo anglosassone, la locuzione indica più significativamente la conseguente politica strategica piuttosto che la teoria. La teoria, enucleatasi in epoche di guerra fredda ma non per questo scaduta oggi di attualità, assume che ogni parte abbia sufficiente potenziale bellico da distruggere l’altra e che ognuna delle parti, se attaccata dall’altra per qualsiasi motivo, reagirebbe con forza pari o superiore o comunque paragonabile. Il risultato più probabilmente attendibile è che la battaglia si intensificherebbe al punto che ognuna delle parti causerebbe all’altra – e, potenzialmente, anche ai suoi alleati – una distruzione totale assicurata. Si assume che in questa situazione nessuna delle parti sarebbe così irrazionale da rischiare la propria distruzione (che si tradurrebbe nella più drammaticamente classica vittoria di Pirro, cioè nell’assoluta assenza di vantaggio, ed anzi con certezza di danno non comparabile col danno all’avversario); dunque nessuna delle parti – si suppone – oserebbe lanciare il primo colpo. Ciò anche in quanto, stanti i tempi di attacco (il tempo di viaggio degli ordigni dalla base di lancio al target, potenzialmente qualche decina di minuti) e stante anche la rapidissima individuabilità di un simile ordigno in viaggio, l’altra lancerebbe sull’allarme, cioè avrebbe il tempo di replicare – e lo farebbe – prima di essere colpita (azione detta in inglese fail deadly) allo stesso modo, in pratica per una vera e propria vendetta. Dopo qualche decina di minuti, dunque, entrambi i contendenti sarebbero distrutti con uno scarto temporale assai breve. Lo sperabile atteso risultato degli assunti di questa teoria è che tali considerazioni possano indurre una pace (o almeno una rinunzia all’uso dell’arma nucleare), ed una situazione quindi pur tesa, ma resa stabile dal mutuo deterrente. La principale applicazione dei risultati di questa elaborazione si ebbe durante il periodo della cosiddetta Guerra fredda (dal 1945 al 1990 circa) nella contrapposizione tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, quando la MAD venne interpretata come un potenziale strumento di ausilio teoretico, ma anche strategico, per prevenire ogni conflitto diretto tra le due superpotenze mentre queste si confrontavano in piccole guerre tradizionali, per lo più gestite indirettamente attraverso paesi satelliti in varie parti del Globo. La distruzione mutua assicurata fu parte fondante degli indirizzi della strategia statunitense, che credeva che la guerra nucleare tra USA e URSS avrebbe potuto essere prevenuta al meglio se nessuna delle due parti avesse potuto difendere sé stessa contro i missili nucleari dell’altra (vedi Trattato anti missili balistici). La gravità della minaccia era critica proprio per tale capacità garantita di reciproco danno, ed entrambe le parti dovettero investire un sostanzioso capitale in armamenti, anche per quelli il cui uso non si intendeva sperimentare davvero. Significativo a tal senso fu uno scambio di battute fra John Fitzgerald Kennedy e Nikita Sergeevič Chruščёv: Kennedy: Abbiamo missili nucleari in grado di distruggervi 30 volte. Kruschev: Abbiamo missili nucleari in grado di distruggervi una sola volta, ed è quello di cui abbiamo bisogno. Questo scenario venne spesso descritto con la locuzione “deterrenza (o dissuasione) nucleare”. I critici della teoria della distruzione mutua assicurata notarono che l’acronimo inglese “MAD” condivideva qualcosa di più di una mera assonanza con la parola inglese mad (che significa malato di mente), poiché l’equilibrio e lo stato di quiete (almeno quella atomica) dipendevano da diverse condizioni necessarie per la sua applicabilità, tutte inevitabilmente soggette a rischi insostenibili ed eventualmente irrimediabili: Individuazione perfetta dell’attacco lanciato dal nemico: non deve verificarsi nessun falso positivo negli strumenti e nelle procedure di identificazione di un lancio della parte rivale; non deve essere possibile un lancio camuffato; non è previsto alcun mezzo alternativo ai missili per la consegna delle testate, ovvero non rilevabile prima della detonazione (ad esempio, testate nucleari installate su di un camion); attribuzione perfetta (ad esempio nel caso di un lancio dal confine tra Cina e Russia, avendo entrambe le nazioni la possibilità di lanci nucleari, contro quale delle due si dovrebbe reagire?) Razionalità perfetta Nessuno stato canaglia avrebbe sviluppato armi nucleari (o, se lo avesse fatto, avrebbe smesso di essere tale e si sarebbe assoggettato alla logica della distruzione mutua assicurata) Nessun comandante impazzito da entrambe le parti, in nessun momento, avrebbe avuto la capacità di corrompere il processo di decisione del lancio Tutti i capi con capacità di lancio si preoccupano davvero della e per la sopravvivenza dei loro rispettivi popoli Mentre la MAD non assume che il sistema di lancio per rappresaglia funzionerà perfettamente, assume però opinabilmente che nessun leader con capacità di lancio colpirà per primo scommettendo sul fallimento del sistema di risposta dell’avversario Nessun sistema di rifugi sia sufficiente a proteggere la popolazione e/o l’industria Nessuno sviluppo di tecnologia anti-missile o impiego di altre misure protettive sia attivabile. La teoria fu oggetto di amara satira nel film di Stanley Kubrick Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba (1964). Nel film i sovietici dispongono di un ordigno da fine del mondo che individua automaticamente ogni attacco nucleare all’Unione Sovietica e di conseguenza distrugge tutta la vita sul pianeta a causa del fallout. Il film mostra anche un comandante impazzito che (inconsapevole del dispositivo sovietico) ordina alla sua squadriglia un attacco nucleare preventivo, scommettendo che l’alto comando sarà costretto ad appoggiarlo lanciando tutto l’arsenale atomico per sopravvivere al contrattacco sovietico. Il film rispecchia situazioni non inverosimili e non inverificabili, in quanto lo stratega nucleare Herman Kahn aveva effettivamente contemplato un tale ordigno come strategia per garantire la distruzione mutua assicurata. In effetti il film rappresenta un interessante fenomeno esplorato da alcuni teorici: contrariamente alle assunzioni della MAD, una strategia di soddisfacimento delle minacce – nel quale uno promette di reagire alle minacce dell’altro indipendentemente da quanto questo possa essere razionale – può essere usata da una parte per controllare l’altra. Per avere una possibilità di funzionamento, comunque, la strategia deve essere a conoscenza del nemico, una condizione non soddisfatta nel film di Kubrick, nel quale è per una casualità che non viene espressa (i sovietici mettono in funzione il sistema prima di darne l’annuncio in quanto il loro leader aspettava un’importante ricorrenza per farlo). Altro esempio cinematografico che ben rappresenta gli effetti psicologici della MAD, contemporaneo al precedente, è A prova di errore, di Sidney Lumet. Nel film si ipotizza che, a causa di interferenze anomale nelle comunicazioni, una squadra di bombardieri nucleari americani in volo di pattugliamento sull’Alaska riceva per errore l’ordine di bombardare Mosca. Lo stato maggiore americano cercherà in tutti i modi di fermare la missione, arrivando fino a chiedere la collaborazione dei sovietici per abbattere i velivoli prima che essi sgancino gli ordigni nucleari, senza riuscirci. Alla fine, per dimostrare ai sovietici che la missione non era voluta e per scongiurare una guerra termonucleare globale, il presidente americano ordinerà di distruggere New York. Nonostante le denunce di plagio che l’autore e il regista del Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba intentarono contro gli autori di A prova di errore i film sono sostanzialmente differenti, visto che quest’ultimo non è assolutamente satirico ma girato in chiave molto realistica e drammatica. Un altro esempio di film dove viene presa in considerazione la MAD è Wargames – Giochi di guerra, dove un ragazzino rischia di alterare il fragile stato di quiete tra USA e URSS quando, violando il sistema di protezione del sistema informatico della difesa americana e credendo di essere all’interno di un computer di una società di videogiochi, lancia una simulazione di un gioco di guerra denominato “guerra termonucleare globale”. Il supercomputer del NORAD (North American Aerospace Defense Command) inizia a ricevere allarmi su attacchi missilistici sovietici e dà automaticamente inizio alle procedure per un contrattacco. Solo alla fine viene scoperto il fatto della simulazione, ma ormai è troppo tardi per revocare la procedura con un comando manuale. L’unico modo per interrompere tale processo diventa quello di fare giocare il computer contro se stesso, facendolo arrivare alla conclusione che “l’unica mossa vincente è quella di non giocare”.