Una neoplasia (dal greco neos, «nuovo», e plásis, «formazione») o un tumore (dal latino tumor, «rigonfiamento»), indica, in patologia, «una massa abnormale di tessuto che cresce in eccesso ed in modo scoordinato rispetto ai tessuti normali, e che persiste in questo stato dopo la cessazione degli stimoli che hanno indotto il processo», come chiarisce la definizione coniata dall’oncologo Rupert Allan Willis, accettata a livello internazionale. La crescita incontrollata e scoordinata di un gruppo di cellule, a scapito dell’omeostasi tissutale, è determinata da alterazioni del loro proprio patrimonio genetico, ed è alla base di una vasta classe di malattie, classificata in base a diverse caratteristiche, ma principalmente in tre modi: secondo il tipo istologico originario delle cellule proliferanti: principalmente in tumori epiteliali, mesenchimali, delle cellule del sangue o del tessuto nervoso; secondo l’aggressività e il decorso clinico previsto: in tumori benigni (non cancerosi) e tumori maligni (cancerosi, o cancro); secondo la stadiazione tumorale, o Classificazione TNM, per quanto riguarda i tumori maligni. La branca della medicina che si occupa di studiare i tumori sotto l’aspetto eziopatogenetico, diagnostico e terapeutico è definita oncologia.