Ciascun pianeta, o satellite, del sistema solare ha composizione e densità diverse del materiale che formano il suo corpo. Più si va verso l’interno più esso diventa pesante e più denso, fino ad essere completamente metallico entro un determinato raggio, e questo varia da pianeta a pianeta, da satellite a satellite. In alcuni modelli di formazione planetaria l’interno è suddiviso in zone di densità differenti, grazie all’accrescimento di materia e materiali di differenti composizioni. In altri modelli il pianeta si è accresciuto di materiali abbastanza uniformi, e la differenziazione interna ha avuto inizio successivamente, come conseguenza dell’evoluzione termica del corpo planetario. Per arrivare a questa differenziazione è stato necessario, oltre alla forza gravitazionale anche di una sorgente di calore necessaria a fondere le rocce, e due sono le più importanti fonti: quella gravitazionale (compreso il calore di accrescimento) e quella del decadimento radioattivo che può essere operante per miliardi di anni. Ogni pianeta è stato soggetto a questo riscaldamento, e si pensa che specialmente quelli di tipo terrestre siano passati per questa fase di differenziazione. La prima distinzione interna è il nucleo; l’elemento più pesante presente in un pianeta è il ferro; quando la temperatura dovuta al decadimento radioattivo raggiunge il valore di fusione del ferro, parte di questo migra verso gli strati interni, e siccome si lega facilmente con ossigeno e zolfo all’inizio il nucleo di un pianeta potrebbe essere di solfuro di ferro. La separazione di un nucleo genera di per sé stessa calore, il che contribuisce ulteriormente alla caduta interna di materiali più pesanti. dal momento che questo è un evento interno tutto il calore viene coinvolto e questa è una forma molto efficace di riscaldamento gravitazionale. L’accesso alle profondità dei pianeti ci è interdetto ma ci si può fare un’idea abbastanza veritiera di ciò che accade studiando l’andamento delle onde sismiche che interessano l’intero corpo e dare così un significato alle diverse strutture e ai materiali interessati. Il nucleo dei pianeti generalmente si mantiene allo stato liquido negli strati più esterni. I movimenti del nucleo liquido dovuti alla rotazione del pianeta attorno al nucleo ferroso per effetto dinamo generano un campo magnetico che fa risentire la propria presenza sia sulla superficie che nello spazio, creando un involucro magnetico attorno al pianeta stesso, chiamato magnetosfera. Da notare che l’effetto dinamo, con conseguente produzione di un campo magnetico, non viene prodotto solamente in un nucleo ferroso, ma anche nella parte superiore al nucleo stesso in presenza di idrogeno liquido che ruota attorno all’asse del pianeta, anche se l’intensità delle linee di forza è minore, ed il valore della stessa intensità sarà tanto più piccolo quanto minore sarà la velocità di rotazione; praticamente è quello che avviene nei pianeti giganti gassosi.