I Pinnipedi (Pinnipedia, Illiger, 1811) sono una superfamiglia dei Carnivora. Sono Mammiferi semi-acquatici largamente distribuiti. Non è molto difficile riconoscere una foca. Una sagoma agile, filante, con tutti e quattro gli arti modificati in natatoie, è sufficiente ad assegnare qualunque membro del gruppo all’ordine Pinnipedia, le foche nel senso più ampio del termine. La parola «pinnipede» si riferisce per l’appunto a questa modificazione ed è una fusione di due vocaboli latini: pinna, una penna o un’ala, e pes (genitivo, pedis), un piede. I Pinnipedi sono pertanto i Mammiferi dal piede a foggia di ala. Di quest’ordine fanno parte tre famiglie: Odobenidi, ridotti ai nostri giorni a un’unica specie, il tricheco; Otaridi, le otarie, comprendenti 16 specie; Focidi, le foche vere e proprie, con 18 specie (o forse 19, supponendo che la foca monaca dei Caraibi non sia di fatto estinta). Le somiglianze tra gli Odobenidi e gli Otaridi sono sufficienti a giustificare la loro riunione in una superfamiglia: Otarioidea. Rilevanti sono comunque le differenze rispetto ai Focidi, tanto che la maggior parte dei biologi è dell’opinione che i due gruppi si siano evoluti separatamente dal ceppo dei Carnivori: le otarie circa 25 milioni di anni fa e le foche approssimativamente 15. Il rapporto di parentela tra Pinnipedi e Carnivori è oggetto di accese discussioni. Taluni ritengono di scorgere affinità bastanti a collocare i Pinnipedi nell’ordine Carnivori. In questa sede abbiamo preferito mantenere una precisa divisione. Le analogie tra Otaridi e Focidi sono più singolari delle diversità e stanno di fatto alla base della facilità con cui riusciamo a individuare una «foca». Il motivo non va cercato troppo lontano: tutti i Pinnipedi hanno dovuto adattare il modello morfologico tipico dei Mammiferi e valido per un’esistenza terragnola e un ambiente idrico tridimensionale. Essendo l’acqua di gran lunga più densa e viscosa dell’aria, i Pinnipedi dovettero plasmare una forma corporea diversa e adottare nuovi metodi di locomozione; poiché la perdita di calore in acqua è notevolmente più rapida che nel mezzo aereo, furono costretti a mettere a punto strategie di conservazione termica; infine, dato che l’ossigeno sciolto in acqua è inadatto al sistema respiratorio dei Mammiferi, si trovarono nella necessità di elaborare una serie di adattamenti che consentissero loro di tenersi in attività ventilando i polmoni a intervalli relativamente lunghi, un quadro di innovazioni che nel loro insieme costituiscono la fisiologia dell’immersione. Ovviamente questi problemi hanno dovuto essere risolti da tutti e tre i gruppi di Mammiferi che si sono specializzati per la vita acquatica. Tuttavia, laddove i Cetacei (balene e delfini) e i Sirenii (manati e dugonghi) hanno reciso ogni legame con la terraferma, i Pinnipedi soddisfano le loro esigenze alimentari in mare, ma rimangono vincolati al terreno solido (o al ghiaccio) come luogo di riproduzione e allattamento della prole. Queste due caratteristiche, nutrizione marina e nascita terrestre, hanno lasciato un’impronta indelebile su quasi tutti gli aspetti della loro esistenza.