Quello di prevosto (o anche preposto, in Toscana proposto, in latino praepositus) è uno dei titoli di cui si può fregiare un presbitero della Chiesa cattolica; esso è un titolo prelatizio. Quello di prevosto è spesso confuso con il titolo di arciprete (che in rari casi è ad esso equiparato) o di decano (il cui ufficio può essere ricoperto anche da un prevosto) ed in certi casi è assegnato per tradizione ad un parroco (es: nella città di Milano). In corrispondenza con la sua origine etimologica, præpositus “posto innanzi, posto al comando” il termine si è storicamente prestato ad indicare diversi tipi di funzionari, non solo nell’amministrazione ecclesiastica, ma anche in quella civile, posti a capo di qualche particolare servizio pubblico. Per esempio, in Francia ed in altri paesi il prévôt è stato per lungo tempo, a partire dal medioevo, colui che era delegato ad amministrare e proprietà reali, riscuotere le tasse e, soprattutto giudicare, divenendo col tempo la principale autorità giudiziaria di prima istanza. Ancor oggi nei paesi anglofoni il Provost Marshal è il capo della polizia militare (a sua volta detta, a volte, provost). In alcune diocesi i prevosti non hanno solo un titolo onorifico, ma sono dei veri e propri vicari foranei incaricati di coordinare la pastorale in una porzione di territorio e con una certa autorità sui parroci delle diverse parrocchie. A seconda dei privilegi storicamente legati al titolo parrocchiale, il prevosto può anche essere mitriato se ha diritto ad indossare la mitria bianca durante le celebrazioni liturgiche solenni. Un altro privilegio di molti prevosti era quello di portare la ferula. Il vestiario ufficiale per il ruolo di prevosto è il seguente: abito nero, calze paonazze, fascia nera, rocchetto, mozzetta paonazza, tricorno nero (in alcune occasioni: cappamagna nera con mozzetta paonazza).