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prestito

Si definisce prestito linguistico, o semplicemente prestito, una parola, una struttura sintattica o un fonema che entrano a far parte del patrimonio di una determinata lingua e provengono da una comunità di lingua diversa, in seguito al contatto tra culture diverse. Con la stessa parola si intende anche il fenomeno stesso di adozione della parola straniera. Secondo Vinay e Darbelnet, spesso i prestiti linguistici diventano di uso comune grazie a una traduzione. Come nota Paolo D’Achille, “il fenomeno del prestito, comune a tutte le lingue, è dovuto a fattori extralinguistici”: può infatti essere causato da contiguità territoriale tra due lingue, da movimenti migratori, da vicende socio-politiche, da rapporti economici e culturali. L’occasione dell’affermarsi di un prestito è data dalla presenza di parlanti bilingui. Inizialmente, l’estraneità dei prestiti è ovviamente più forte, per cui per la storia di un prestito è molto importante il fattore tempo: un termine può essere considerato “straniero” e poi far parte a tutti gli effetti del lessico dei parlanti (con o senza adattamenti); può essere considerato accettato quando il suo uso è percepito come normale dai parlanti (non importa se essi conoscano molto, poco o nulla la lingua e la cultura da cui proviene). Già Machiavelli aveva delineato alcuni principi base dell’adozione dei prestiti linguistici (in particolare, la possibilità di un prestito “di necessità” e quella dell’adattamento delle forme provenienti dall’esterno a quelle più consuete per la lingua che riceve): È corrente anche il termine di forestierismo: anche in questo caso si indica una parola, un modo di dire, una frase o altra costruzione linguistica importata da altra lingua. Deriva dal basso latino foristarius, “persona che sta o viene da fuori”.

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