Il principio di tassatività della norma esprime la necessaria previsione, da parte del legislatore, delle fattispecie legali cui il precetto si applica. In base al principio di tassatività la norma in tanto è valida in quanto il legislatore ne abbia previsto gli elementi costitutivi. Per contro, il principio di tassatività impone particolare responsabilità al legislatore nella formulazione della norma penale, perché se questi emana una fattispecie particolarmente complessa sul piano letterario-semantico, o peggio ancora una fattispecie claudicante nei suoi elementi, si verificheranno i rischi sopra delineati e quindi non lo avrà rispettato. Tale principio rappresenta altresì un dato fortemente garantista in diritto penale (è infatti uno dei quattro sottoprincipi del principio di legalità), perché concorre a fondare uno dei suoi pilastri, ovvero il fatto. Senza di questo si avrebbe un diritto penale del sospetto dove il comportamento sanzionato può essere determinato da fonti extrapenali. Per esempio si veda il famoso caso Aldo Braibanti, e la successiva fondamentale sentenza della Corte costituzionale in materia di plagio. L’interpretazione della legge penale è rigida, e nell’ordinamento italiano si basa sul principio che “tutto ciò che non è vietato è lecito”. Tale principio non è tuttavia applicabile in materia civile, ove è prevista la sanzionabilità di chiunque cagioni ad altri un danno ingiusto (art. 2043 c.c.).