In biologia, il vocabolo razza si riferisce a particolari gruppi in cui vengono suddivise alcune specie biologiche. Sono gruppi identificati sulla base di una serie di caratteristiche che si trasmettono per via ereditaria. Il termine razza cominciò ad essere utilizzato nel XVI secolo e raggiunse il suo apice nel XIX secolo, diventando una categoria tassonomica gerarchicamente equivalente a quella di sottospecie. Nel 1905, il Congresso Botanico Internazionale eliminò il valore tassonomico della razza. Tuttavia, il suo uso rimane nel linguaggio quotidiano ed è molto frequente nel caso di animali domestici. Nel caso degli esseri umani (Homo sapiens), vi è opinione maggioritaria tra gli studiosi che non è opportuno usare il termine razza per riferirsi a ciascuno dei vari o differenti gruppi umani, ed è considerato più opportuno utilizzare i termini etnia o popolazione per definirli. Inoltre, molti scienziati ritengono che biogeneticamente, in riferimento agli esseri umani, non esistano “razze”, se non nel caso di interpretazioni sociali. Infine, ci sono alcune categorie di specialisti che continuano ad utilizzare la parola “razze” per accorpare gruppi di persone che condividono certe caratteristiche, ritenendo che i termini “etnia” e “popolazione” abbiano un significato prevalentemente culturale e geografico.