Il recupero in architettura è quel complesso di interventi nel quale le trasformazioni e la conservazione delle strutture si integrano il più possibile nel rispetto dell’esistente, (sia degli aspetti materiali e fisici che di quelli immateriali come il significato, la storia ecc.), tenendo presente le esigenze dei fruitori e delle risorse disponibili. Per sua natura il recupero richiede un approccio interdisciplinare che riguarda urbanisti, restauratori e architetti, ma anche ingegneri strutturisti, impiantisti, geologi, storici, storici dell’arte, ecc. Può essere considerata un’attività che riguarda il miglior uso delle risorse territoriali, siano esse aree industriali dismesse, infrastrutture di carattere storico-culturale con intervento sulle strutture esistenti. Il recupero comprende le operazioni sull’edificato e deve misurarsi con le necessità di conservazione fisica del complesso edilizio, ma anche dei suoi significati, soprattutto se si tratta di un edificio storico, in vista del miglioramento delle prestazioni, prevedendone anche la eventuale rifunzionalizzazione ovvero l’assegnazione al complesso di una funzione diversa da quella per la quale è stato costruito (p. es. un capannone industriale che diventa centro congressi). Il progetto di recupero non riguarda solo il patrimonio storico comunemente inteso come tale, ma si rivolge anche a edifici o gruppi di edifici che pur avendo una storia più breve e avendo esaurito la funzione per la quale erano stati progettati meritano, per la loro posizione territoriale e per il rapporto con gli abitanti della zona, di essere riqualificati e reinseriti nel contesto urbano. Questo processo, di recupero e rifunzionalizzazione, permette alle città (per esempio) di riappropriarsi di un’area industriale in disuso e in stato di degrado, trasformandola in una infrastruttura al servizio della vita culturale e economica della comunità. Esempi di recupero di aree industriali dismesse possono essere il complesso “Le Ciminiere” di Catania, i “Cantieri culturali alla Zisa” di Palermo o la “Tecnopolis” di Atene, al momento adibiti per mostre, conferenze ed attività culturali. Quando si parla di recupero ci si riferisce solitamente all’aspetto funzionale: recupero all’uso quindi. È importante che questo, se è un nuovo uso, diverso da quello originario, sia compatibile ovvero non costringa a modifiche eccessive l’edificio originario. È importante poi tenere conto nel progetto dei caratteri specifici e di unicità dell’edificio su cui si interviene per non rischiare di perderne l’identità storica. Il progetto dovrebbe poi tendere a non cancellare ma, al contrario, evidenziare tutte le fasi storiche significative che l’edificio ha vissuto nel tempo. La terminologia da usare nei progetti di recupero è standardizzata dal protocollo europeo “UNI 10914-1:2001. Qualificazione e controllo del progetto edilizio di interventi di nuova costruzione e di interventi sul costruito – Terminologia”.