La repubblica semipresidenziale o semipresidenzialismo o “a tendenza presidenziale” è una forma di governo, appartenente alle forme di democrazia rappresentativa. In tale contesto il governo si trova a dipendere dalla fiducia di due organi designati da due differenti consultazioni elettorali, il Presidente della Repubblica e il Parlamento. Il Primo Ministro viene perciò nominato dal Presidente, ma necessita, insieme al resto del suo esecutivo, della fiducia parlamentare. Questa forma di governo è caratterizzata dai seguenti punti: l’elezione del Presidente della Repubblica avviene con voto popolare distinto ed autonomo rispetto a quello del parlamento; il potere esecutivo è condiviso con il Primo Ministro che però può essere scelto e revocato dal Presidente della Repubblica che in questo caso risulta essere il Capo di Stato; Il primo ministro ed il governo possono essere sfiduciati dal parlamento e revocati dal presidente; quest’ultimo non è ovviamente sfiduciabile lo scioglimento del parlamento da parte del Presidente della Repubblica avviene nei limiti costituzionali. Il termine semipresidenzialismo, coniato nel 1978 dal politologo Maurice Duverger, può trarre in inganno, in quanto tale forma di governo non è semplicemente da intendersi come un presidenzialismo attenuato: mettendo da parte i periodi di coabitazione, in questo sistema il Capo dello Stato gode di alcuni poteri che non vengono invece accordati nel modello americano, come il diritto di consultazione popolare referendaria o l’iniziativa legislativa o lo scioglimento delle Camere. Gli obiettivi di questa forma di governo sono la diminuzione della rigidità del sistema presidenziale, senza i problemi legati alla partitocrazia che sovente sorgono quando non si raggiunge una maggioranza forte in un sistema parlamentarista. Questo sistema fa sì che il presidente abbia la possibilità di indirizzare politicamente il governo e di non essere solo un garante al di sopra delle parti.