Semplicità è la parola più qualitativa collegata al concetto di semplice, proprietà, condizione, o qualità che le cose possono possedere. Si riferisce di solito ed in generale nel significato colloquiale più diffuso alla mancanza di difficoltà nello spiegare o capire alcunché, e si contrappone direttamente a complessità. Qualcosa che è facile da capire o spiegare è semplice, in contrasto con qualcosa di complicato. In alcuni utilizzi, semplicità, può essere utilizzata in connotazione negativa per indicare una deficienza o insufficienza di sfumature o la complessità di una cosa, rispetto a ciò che si suppone essere minimamente richiesto. Un richiamo alla semplicità quale concetto negativo si ha nei vocaboli italiani “semplicione” e “sempliciotto”, indicanti una persona la cui mente non riesce a comprendere se non concetti molto semplici, quindi stupida o molto ignorante. Il concetto di semplicità, è stato correlato alla verità nel campo della epistemologia. Secondo il rasoio di Occam, a parità di altre condizioni, la teoria più semplice è la più probabile ad esser vera. La semplicità è un tema nella religione cristiana. Secondo Tommaso d’Aquino, Dio è infinitamente semplice. Nelle teorie cognitive, la semplicità è la proprietà di un dominio che richiede pochissime informazioni per essere esaurientemente descritta. L’opposto della semplicità è la complessità. La semplicità è talvolta usata come sinonimo o eufemismo (semplice, semplicistico) di stupidità, nel senso di eccessiva semplificazione, fuori luogo per il contesto in oggetto.