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Lo spazio architettonico è il volume naturale che viene trasformato in volume costruito. L’ambiente naturale che si trasforma in ambiente costruito. Con il Movimento Moderno in architettura viene a definirsi come la fusione tra lo spazio interno e il volume del costruito con sue le interconnessioni tra spazio interno ed esterno. Il concetto è solidalmente unito alla ideazione della città a tre dimensioni; all’assetto dei volumi affrancato nell’ambiente costruito; alla forte indipendenza dell’architettura; alle relazioni spaziali e flessibili tra i volumi. Lo spazio architettonico è quindi: la forma dello spazio, l’assemblaggio di volumi, di pieni e di vuoti, lo sviluppo di percorrenze, la creazione di percezioni e di particolari, l’uso di strutture, di materiali e di colori; l’organizzazione della luce, la composizione delle trasparenze e delle interconnessioni con l’esterno. Uno studioso di storia dell’architettura come Sigfried Giedion definisce le interpretazioni dello spazio architettonico delle varie epoche in questo modo: nell’architettura greca come manifestazione flessibile e scultorea il cui esempio è il Tempio; nell’architettura romana come spazio chiuso si pensi alla Domus; nell’architettura moderna come manifestazione flessibile scultorea e spazio delimitato ma aperto verso l’esterno. Di ciò sono esempio le opere di Frank Lloyd Wright, (The Fallingwater ecc.) con i volumi che si intersecano, che si adagiano con l’ambiente, ma anche le opere di Le Corbusier Alter Ego del maestro americano nel Movimento Moderno. Villa Savoye è sì volume delimitato, ma anche aperto nello spazio per la sua sospensione su pilotis, per le sue Fenêtre en longueur(finestre a nastro), per la sua terrazza aperta i cui volumi sembrano avvolgersi nell’aria. Nel Razionalismo italiano questa flessibiltà scultorea dell’edificio nello spazio è espressa magistralmente dalla Chiesa dell’autostrada del Sole di Giovanni Michelucci. Mario Botta, architetto di fama mondiale, definisce così la creazione dello spazio architettonico: Costruire è di per sé un atto sacro, è una azione che trasforma una condizione di natura in una condizione di cultura; la storia dell’architettura è la storia di queste trasformazioni. […] Disegnare uno spazio architettonico è un atto che mira a predisporre le forme ambientali affinché le attività, i sentimenti e le emozioni possano trovare una loro adeguata espressione. Certo è che l’architettura, come altre forme creative, tocca unicamente gli animi predisposti ad indagare le suggestioni e le attese offerte dalla costruzione dello spazio.

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