La tastiera, in buona parte dei cordofoni ad arco e a pizzico, è una superficie in legno su cui è possibile premere una o più corde per determinarne la nota eseguita, modificando l’intonazione di base data dalla corda suonata a vuoto. Negli archi e nelle famiglie delle chitarre e dei liuti la tastiera corrisponde al manico dello strumento. Nella categoria delle “tastiere” (pianoforti, clavicembali, organi) il componente è invece formato da più pulsanti rettangolari. La tastiera può avere i tasti oppure esserne priva, come nel caso del violino. Nelle chitarre, nei mandolini e altri consimili i tasti sono delimitati da traversine metalliche perpendicolari alla direzione delle corde; nei liuti vengono invece usati legacci in budello. Nella famiglia delle “tastiere”, invece, i tasti sono piccoli parallelepipedi, perlopiù in legno, che quando vengono premuti muovono un martelletto (pianoforte), pizzicano una corda (clavicembalo) o mettono in funzione delle canne ad aria (organo). Per la costruzione delle tastiere è preferibile un legno duro e resistente all’usura, come l’ebano, il palissandro o l’acero. Nelle tastiere in acero deve essere applicata una vernice trasparente per proteggere questo legno dal colore molto chiaro. Nei tasti del pianoforte e di altri strumenti si usa smaltare di bianco o rivestire in avorio, osso o materiale plastico i tasti della scala di Do maggiore, che sono anche più grossi, e di nero quelli delle alterazioni (Do♯, Re♯, Fa♯, Sol♯, La♯), che sono più piccoli e più indietro rispetto a quelli bianchi.