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tristezza

La tristezza è un’emozione contraria alla gioia e alla felicità. Essa può essere provata in condizioni normali, durante la vita di tutti i giorni, oppure a causa di un evento particolarmente drammatico, come una perdita o un lutto. Il momento della tristezza rappresenta l’incontro tra il desiderio e i suoi limiti propri. Non è l’esterno che in qualche modo delimita il desiderio, bensì questi limiti sono costitutivi del desiderio stesso. Accettare la propria limitatezza aiuta in qualche modo a superare la tristezza. Questo sentimento è proprio soprattutto degli artisti, che cercano continuamente di superare sé stessi. Molti pittori, poeti, musicisti hanno prodotto le loro migliori opere in momenti di grande tristezza e malinconia (per inciso, Tristezza – o Tristesse – è il titolo della romanza tratta dallo Studio Op. 10 n. 3 per pianoforte di Fryderyk Chopin). La tristezza è un sentimento fisiologico se limitato ad occasioni circoscritte. Se questa situazione perdura per lunghi periodi si parla di depressione. La tristezza non è direttamente collegabile alla depressione, può essere intesa come l’inizio di un male fisico e mentale quale la depressione, per questo non è da sottovalutare. La tristezza può essere anche portata dall’insoddisfazione o dal non aver effettuato o portato avanti nella propria vita scelte e decisioni significative. Nel Vangelo di Luca (Luca 22:45) alcuni discepoli dormivano per la tristezza; questo esempio può far soffermare sul potere in un certo senso invalidante di questo sentimento/emozione, che da semplice conseguenza può diventare causa di impotenza operativa e innestare un circolo vizioso.

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