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Codice Civile
Codice Penale

Procedura Penale

Istanze e memorie, onere della difesa

La legge stabilisce in linea generale il dovere del giudice di provvedere su istanze e memorie, all’art.

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Istanza di riesame, obblighi di comunicazione

Obblighi di comunicazione a carico della pubblico ministero non previsti dalla legge Se costituisce onere della difesa dimostrare di essersi attivata tempestivamente rispetto alla proposta istanza di riesame, altrettanto tempestivamente deve il p. m. provvedere sulla richiesta.

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Accesso ai files audio di cui al brogliaccio di polizia

Il diritto della difesa di accedere ai files audio di cui al brogliaccio di p. g. costituisce mera trasposizione grafica, al fine di verificare, prima dello svolgimento del procedimento di riesame, la corrispondenza del contenuto di tali files a quanto riportato nella documentazione allegata alla richiesta di provvedimento cautelare. Tale diritto si inserisce in un iter procedimentale non regolato dalla legge, le cui scansioni temporali devono essere strettamente scandite dall’esigenza di comprimere l’accertamento nei ristretti termini di decisione del giudice del riesame, che non possono essere sottoposti a sospensione, per effetto della garanzia riconosciuta.

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Notizie desumibili dall'accesso al REGE, art. 326 c.p.

Le notizie desumibili dall’accesso al REGE sono segrete ai fini e per gli effetti dell’art. 110 bis disposizioni di attuazione del codice di procedura penale – l’addetto può rispondere alla richiesta dell’interessato, avanzata secondo le procedure prescritte dalla legge, soltanto con la formula quest’ultima che lascia impregiudicato il potere del pubblico ministero di secretazione.

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Notifica all'imputato o altra parte privata

La notifica di un atto di cui sia destinatario l’imputato o altra parte privata, in ogni caso in cui possa o debba essere consegnato al difensore, può essere eseguita con telefax o altri mezzi idonei a norma dell’art. 148, comma 2-bis, cod. proc. pen. . Cassazione Penale, Sezioni Unite, Sentenza n. 28451 del 28 aprile […]

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Remissione di querela, mancata comparizione del querelato

La omessa comparizione in udienza del querelato, posto a conoscenza dell’avvenuta remissione della querela o posto in grado di conoscerla, integra mancanza di ricusa idoena per la pronuncia di estinzione del reato per tale causa.

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Sequestro preventivo e confisca dei beni

Diversamente, si verrebbe a colpire il soggetto, espropriandosene il patrimonio, non per una presunzione di illiceità, in tutto o in parte, della sua provenienza, ma per il solo fatto della evasione fiscale. Condotta, questa, che all’evidenza non può dirsi riconducibile alla spirito e alla ratio dell’istituto in questione, che mira a colpire i proventi di attività criminose e non a sanzionare la infedele dichiarazione dei redditi, che si colloca in un momento successivo rispetto a quello della produzione del reddito, e per la quale soccorrono specifiche norme in materia tributaria, non necessariamente implicanti responsabilità penali.

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La irreperibilità del teste nel processo penale

La irreperibilità del teste può essere dichiarata solo quando risultino espletate infruttuosamente, oltre alle ricerche previste per l’imputato dall’art. 159 c.p.p. , tutti gli accertamenti congrui alla peculiare situazione personale quale risultante dagli atti, da deduzioni specifiche delle parti, dall’esito dell’istruttoria del giudizio.

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Sequestro conservativo, azione civile esercitata in sede penale

669-quater, comma sesto, c. p. c. , nella ipotesi di azione civile esercitata o trasferita in sede penale, la competenza a conoscere della richiesta di sequestro conservativo, avanzata dalla parte, spetta al giudice civile del luogo in cui deve essere eseguito il provvedimento cautelare, competente per materia o valore, salva l’applicazione del secondo comma dell’art. E’ agevole, allora, desumere che nella predetta ipotesi il richiedente può tanto rivolgersi al giudice penale competente per il merito come al giudice civile territorialmente competente per materia o valore.

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Sequestro conservativo, conversione in pignoramento

La conversione del sequestro conservativo in pignoramento, che secondo l’art. 686, comma primo, e l’art. 474 comma secondo n. 1, c.p.c., può avvenire soltanto in seguito alla pronuncia di sentenza che abbia dichiarato l’esistenza di un credito certo, liquido ed esigibile e costituisca perciò titolo esecutivo, si verifica solo all’esito del passaggio in giudicato della […]

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Il sequestro preventivo, funzione cautelare

Il sequestro preventivo esplica una funzione cautelare a tutela dei diritti derivanti dalle statuizioni civili di condanna al risarcimento del danno anche in forma generica, ai sensi dell’art. 539 c. p. p. , nonché dalle statuizioni della futura sentenza civile di condanna al pagamento della somma liquidata quale ammontare del risarcimento.

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Udienza preliminare, sentenza di non luogo a procedere

425, comma terzo, c. p. p. , per la quale il Giudice dell’udienza preliminare deve emettere sentenza di non luogo a procedere anche quando gli elementi acquisiti risultino insufficienti o contraddittori, è qualificata dall’ultima parte del suddetto comma terzo che impone tale decisione soltanto ove i predetti elementi siano comunque inidonei a sostenere l’accusa in giudizio.

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Lettura delle dichiarazioni rese nella fase predibattimentale

La Corte Europea dei diritti dell’uomo ha costantemente interpretato il dettato dell’art.

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La sentenza di applicazione di pena patteggiata

costituisce un importante elemento di prova per il giudice di merito il quale, ove intenda disconoscere tale efficacia probatoria, ha il dovere di spiegare le ragioni per cui l’imputato avrebbe ammesso una sua insussistente responsabilità, ed il giudice penale abbia prestato fede a tale ammissione.

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Consulenza tecnica disposta dal P.M.

Cassazione Civile, Sezione Terza, Sentenza n. 8127 del 3 aprile 2009

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Acquisizione al fascicolo per il dibattimento

Ai fini dell’acquisizione al fascicolo per il dibattimento, ai sensi dell’art. Nella specie il giudice di merito accertava l’effettività delle minacce ed il concreto timore dimostrato dalla parte lesa nel corso degli immediati accertamenti dei Carabinieri.

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Imputazioni alternative, poteri di cognizione del giudice

In tema di divieto di bis in idem, ove l’imputato sia stato assolto da una determinata imputazione, congiuntamente contestata assieme ad un’altra, relativa allo stesso fatto, nell’ambito del medesimo procedimento, sulla residua imputazione non ha modo di esplicarsi l’effetto preclusivo derivante dal giudicato intervenuto sulla prima; e ciò proprio in quanto l’altra, alternativa alla prima, sia ancora sub judice.

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Il potere officioso di integrazione probatoria in appello

Il potere officioso di integrazione probatoria riconosciuto dall’art. 441 comma 5 c. p. p. al giudice di primo grado è certamente esercitatile negli stessi limiti, anche dal giudice di appello e la sua valutazione discrezionale circa la necessità della prova non è censurabile in sede di legittimità.

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Ambito del potere istruttorio del giudice nel giudizio di appello

507 c. p. p. può essere definito nello stesso ambito previsto dall’art. 603, comma 3, c. p. p. , il quale è esercitatile anche in caso di inerzia delle parti e, quindi, anche nel caso di prove che, benché conosciute, non siano state assunte, fermo restando che l’iniziativa ufficiosa deve essere assolutamente necessaria, e che la prova deve avere carattere di decisività.

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Il dato probatorio che si assume travisato o omesso

Allorché le sentenze di primo e secondo grado concordino nell’analisi e nella valutazione degli elementi di prova posti a fondamento delle rispettive decisioni, la struttura motivazionale della sentenza di appello si salda con quella precedente per formare un unico, complesso corpo argomentativo. e) c. p. p. introdotta dalla legge 46/2006, consente la deduzione del vizio di travisamento della prova, travisamento che si realizza allorché di introduca nella motivazione un’informazione rilevante che non esiste nel processo ovvero si ometta la valutazione di una prova decisiva ai fini della pronuncia.

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