Quando il chiamato non ha accettato l’eredità e non è nel possesso di beni ereditari il tribunale del circondariato in cui si e aperta la successione, su istanza delle persone interessate o anche d’ufficio, nomina un curatore dell’eredità. Il ricorsa alla richiamata figura si ritiene dunque necessaria in caso di inerzia degli eredi ad appropriarsi […]
Quando il chiamato non ha accettato l’eredità e non è nel possesso di beni ereditari il tribunale del circondariato in cui si e aperta la successione, su istanza delle persone interessate o anche d’ufficio, nomina un curatore dell’eredità. Il ricorsa alla richiamata figura si ritiene dunque necessaria in caso di inerzia degli eredi ad appropriarsi dei beni caduti in successione. Il curatore è nominato con decreto le cui formalità sono riammesse al cancelliere, del competente tribunale e pubblicato per estratto nel foglio degli annunzi legali della provincia e iscritto nel registro delle successioni. Fondamentale dunque è analizzare i suoi compiti ed obblighi; infatti è tenuto, in primis: 1) a procedere all’inventario dell’eredità; 2) a esercitarne e promuoverne le ragioni; 3) a rispondere alle istanze proposte contro la medesima, ad amministrarla, a depositare presso le casse postali o presso un istituto di credito designato dal tribunale il danaro che si trova nell’eredità o si ritrae dalla vendita dei mobili o degli immobili; 4) a rendere conto della propria amministrazione. E’ altresì tenuto a provvedere al pagamento dei debiti ereditari e dei legati, previa autorizzazione del tribunale. Se però alcuno dei creditori o dei legatari fa opposizione, il curatore non può procedere ad alcun pagamento, ma deve provvedere alla liquidazione dell’eredità secondo le norme dettate dal codice civile. Il curatore cessa dalle sue funzioni quando l’eredità è stata accettata.
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
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